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Servosterzo idraulico o elettrico: cosa cambia

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servosterzo idraulico elettrico cosa cambia

Il servosterzo è un dispositivo che ha semplificato e migliorato la vita di ogni automobilista, specialmente quando è necessario affrontare faticose manovre di parcheggio o districarsi in stretti labirinti stradali. Il servosterzo, infatti, permette di far girare le ruote dell’auto esercitando una minore forza sul volante, rendendo quindi la guida più semplice e meno faticosa.

Non tutti i tipi di servosterzo sono uguali: esiste il servosterzo idraulico e quello elettrico. In cosa differiscono? Scopriamolo insieme.

Servosterzo elettrico: caratteristiche, vantaggi, cosa fare in caso di guasto

Tra le due tipologie di dispositivo, il servosterzo elettrico è quello che utilizza un motorino elettrico connesso al piantone dello sterzo ed è controllato da una centralina attraverso il quale viene garantita l’azione sterzante tramite le informazioni che provengono da un sensore.

Il modo in cui lavora il servosterzo elettrico permette una precisione di guida più elevata perché la risposta dello sterzo dipende dalla velocità della vettura: più aumenta e minore sarà l’assistenza del servosterzo.

Inoltre, con il servosterzo elettrico si può avere un maggiore risparmio di energia rispetto a quello idraulico per due motivi:

  1. per il rendimento maggiore del motore elettrico
  2. per la possibilità di essere disattivato in assenza di azione sterzante.

In caso di guasto o malfunzionamento, questa tipologia di servosterzo informa immediatamente il guidatore attraverso l’accensione di una spia luminosa nel quadro degli strumenti. In caso di anomalia è comunque possibile continuare a guidare la propria auto, ma lo sforzo richiesto per ruotare il volante sarà maggiore.

Servosterzo idraulico: cos’è, come funziona, pro e contro

Il servosterzo idraulico nasce ben prima di quello elettrico ed era originariamente utilizzato soprattutto sui veicoli pesanti, come trattori o camion e, solo in seguito, è approdato sulle berline più grandi. In ogni caso, il servosterzo idraulico viene adoperato ancora oggi, anche se con minor frequenza rispetto a quello elettrico.

Quali sono le caratteristiche del servosterzo idraulico? Questo dispositivo è composto da:

  • un serbatoio dell’olio
  • una pompa a ingranaggi che funziona a 70 bar ed è azionata dal motore
  • un distributore con quattro luci – quasi – sempre chiuse
  • un dispositivo di comando del distributore piazzato nel piantone, nel quale è presente una vite globoidale
  • un cilindro operatore al cui interno scorre, su uno stelo, uno stantuffo che separa il cilindro in due aree: a un’estremità è connesso ai leveraggi dello sterzo mentre all’altra è collegato al telaio
  • una valvola limitatrice di pressione al fine corsa dello sterzo.

Il funzionamento è semplice: quando il volante è fermo, l’olio mandato dalla pompa al distributore non trova ingresso nel cilindro operatore in quanto le luci del distributore sono tutte chiuse e torna al serbatoio attraverso un tubo di recupero, mentre quando si compie una sterzata, la rotazione del volante dà un’indicazione al dispositivo che aziona il distributore a questo connesso, facendogli aprire due delle quattro “luci”, che tramite un tubicino portano l’olio in una delle due camere del cilindro operatore.

L’aumento di pressione nella camera porta in direzione opposta lo stantuffo che agisce sui leveraggi delle ruote e ne migliora la sterzata imposta dalla direzione del volante. Quando una camera si riempie l’altra si svuota, perché sono in collegamento col circuito di recupero.

La valvola limitatrice di pressione si aziona solo, se e quando, si arriva al fine corsa dello sterzo, e riporta in automatico l’olio al circuito di recupero senza rimandarlo nel cilindro.

Il vantaggio di questo sistema? Da un lato si ha un feeling di guida più diretto e sincero, a costo però di un peso maggiore con cui confrontarsi.

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