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Horacio Pagani: dall’Argentina all’Italia

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Horacio Pagani

Horacio Pagani è stato considerato come un visionario col desiderio di costruire vetture estreme nella terra d’origine, proseguendo la storia e l’artigianalità delle antiche botteghe. La sua idea di imprenditorialità era quella di portare all’auto un concetto quasi sartoriale, realizzando pezzi unici e tecnologici.

La visione di Leonardo Da Vinci

Horacio Pagani aveva un vero e proprio idolo e modello da seguire: Leonardo da Vinci. La sua auto dei sogni doveva essere “disegnata dal vento” e per farlo si ispirò a Leonardo.

La sua storia inizia lontano dall’Italia, nello specifico in Argentina, luogo in cui nasce, nonostante le sue chiare origini tricolori.
Lui stesso afferma che Leonardo da Vinci è la fusione dell’arte con la tecnologia e proprio a questo principio ispira il suo progetto automobilistico. È grazie all’ispirazione leonardiana che Pagani riesce a coronare il suo sogno, costruendo supercar estreme nei pressi di Modena e catalizzando le attenzioni dei personaggi più ricchi al mondo, da sceicchi e miliardari d’America a facoltosi orientali.

La terra natia di Horacio Pagani

Pagani nasce in Argentina nei pressi di Rosario da una famiglia mite. Il padre è panettiere e lui inizia a frequentare la bottega a 12 anni, dando il suo contributo operativo. Lavorando fin dalla giovanissima età apprende un certo rigore che caratterizzerà poi tutto il suo percorso di vita imprenditoriale. Il nonno era originario del Comasco e la madre pure era italiana di origine. L’arte del disegno, Horacio, la apprende proprio dalla donna e fin da giovane è attirato dalla terra modenese poiché viene da lui associata alle auto sportive come Ferrati, Maserati e Lamborghini. Il suo obiettivo è quello di inserirsi nel terzetto e costruire, a Modena, l’auto più esclusiva al mondo.

Ancora in Argentina, si mette a costruire modellini di auto, utilizzando qualsiasi materiale, dalla carta alla plastica, dal legno al metallo. Da Leonardo da Vinci capisce il segreto della vita: unire e fondere insieme più arti e talenti.

I primi modellini funzionanti

A 22 anni Pagani studia disegno industriale, ma il suo genio costruttivo prosegue. Passa da modellini in scatola, a veri e propri prototipi funzionanti, fino a che non realizza un’auto da corsa: la Pagani Formula 2 per il campionato argentino. In questa occasione conosce Manuel Fangio il quale capisce subito il talento di Horacio, al punto di segnalarlo sia alla Ferrari che alla Lamborghini. La possibilità lavorativa si crea con la Casa del Toro, ma quella che sembra cosa fatta non va a buon fine. Ormai Pagani è deciso e parte ugualmente con la moglie per l’Italia.

Le difficoltà dell’immigrazione

La vita in Italia nei primi tempi è durissima per la famiglia Pagani: lui, capofamiglia, si adatta a svolgere più lavori, dal giardiniere al saldatore e non ha il denaro per acquistare un appartamento. Vive in un campeggio, dormendo in tenda. Poi, accumulato una minima somma di denaro, trova casa a Sant’Agata Bolognese: un minuscolo appartamentino di pochissimi metri quadri, non certo sufficiente per lui, moglie e due bambini piccoli. Ma Horacio non demorde e conserva intatto il suo sogno. In seguito riesce a entrare a lavorare in Lamborghini, anche se come operaio.

La scalata, la Zonda e la Huayra

In Lamborghini inizia la sua scalata. Viene promosso di continuo fino a occuparsi di ricerca e sviluppo per il progetto Diablo. Lui ama sperimentare, testare, lavorare, scoprire e si lancia nel campo dei materiali compositi, leggeri, tecnologici e resistenti. Il suo sapere e il suo coraggio lo portano a mettersi in proprio e nel 1999 presenta a Ginevra la sua Pagani Zonda interamente realizzata in carbonio. Qui parte ufficialmente la sua avventura, proponendo 130 esemplari estremamente dettagliati e personalizzabili, proprio come un vestito di alta sartoria, prendendo le “ordinazioni” quasi come se fosse al ristorante. Il nome Zonda deriva da un vento argentino, così come per la Huayra, la seconda auto che vede la luce nel 2011.

Il team di lavoro è giovane, con una media di cira 30 anni e l’ispirazione a Leonardo è sempre presente nella mente di Pagani. Nel tempo entrano in azienda anche i figli, senza che però venga loro data strada agevole, poiché il padre desidera che venga compreso il senso del denaro.

La Pagani Zonda dei record e una vita umile

Gli affari vanno bene, le vetture sono sempre più ricercate e acquisiscono grande valore, al punto che un esemplare della Pagani Zonda è venduto per una cifra prossima a 6 milioni di euro.

Horacio non è un tipo mondano, ma al contrario è abbastanza schivo. Legge pochissimi giornali, segue la televisione solo in minima parte e quasi per nulla le notizie riportate su internet. Si alza prestissimo la mattina e non perde tempo in cose poco utili: l’umiltà per lui è un valore da ricercare anche nelle altre persone. Ama la lettura di libri che raccontano le storie di imprenditori e industriali.

Da parte sua anche alcuni progetti umanitari e sociali, soprattutto in terra argentina, la patria che gli ha dato i natali e quasi per sdebitarsi, i suoi progetti benefici sono canalizzati in quella terra.

Scherzando, ma non troppo, quando a Horacio Pagani gli è stato chiesto cosa ne facesse di tutto il denaro che ha a disposizione, la risposta è stata secca: “Finalmente, dopo tanto tempo, posso permettermi di comprarmi una Ferrari”.

Victor Santa Maria [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)]

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