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Auto ibride: storia, tipologie e funzionamento

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la storia e il funzionamento

Oggi le vetture ibride rappresentano una realtà e un argomento sempre più sulla bocca di tutti: i costruttori di auto cercano ogni modo per ridurre le emissioni di CO2 e le persone desiderano una mobilità green.
Risparmio e rispetto per l’ambiente, ecco i motivi che portano al rapido svilupparsi dei sistemi ibridi.

Breve storia delle auto ibride

La storia delle auto ibride inizia nel 1899 con la Hybrid Lohner-Porsche Mixte (Semper Vivus), una vera innovazione futuristica per l’epoca: dotata di motori elettrici posizionati sui mozzi ruote e di un propulsore a combustione che permetteva la ricarica delle batterie, la vettura garantiva un’autonomia di quasi 65 chilometri.

Un veicolo unico, seguito nel 1905 dalla Woods Interurban: una curiosità? Per il passaggio dal motore a benzina a quello elettrico ci volevano 15 minuti.

Nello stesso anno il tedesco Henri Pieper sviluppò l’auto ibrida Galt che però ottenne il brevetto 4 anni dopo e fu infine presentata in Canada solo nel 1914.

Queste 3 vetture però non ebbero successo perché non incontrarono i gusti e le necessità del pubblico: la disponibilità a basso costo della benzina le rendeva “inutili”, nonostante fossero le prime auto benzina-elettriche sviluppate per essere utilizzate quotidianamente.

Le auto ibride oggi

La produzione in serie di una vettura ibrida è ancora oggi complicata, ma permette viaggi a basso impatto ambientale e un notevole risparmio di carburante, ormai da tempo molto meno a buon mercato rispetto al passato.

In quest’ottica, un sistema ibrido riduce i consumi fino al 70%, soprattutto in città: le ibride più complesse oggi sono in grado di produrre una quantità di emissioni di CO2 pari a zero, senza soffrire della limitazione relativa all’autonomia limitata delle vetture 100% elettriche.

Inoltre, le auto ibride (almeno i modelli più recenti) sono sviluppate per recuperare anche le tipologie di energia che normalmente vengono “sprecate”: è il caso delle frenate, di cui viene immagazzinata questa coppia per poi essere sfruttata quando serve, attraverso l’accumulo del motore elettrico.

Con questi recuperi energetici il “carico” motore è quindi inferiore, la vettura consuma meno carburante e riduce la quantità di CO2 emessa: ecco come si raggiungono gli obiettivi relativi al massimo risparmio e al minimo inquinamento ambientale.

Le 3 tipologie di auto Hybrid

In base alla grandezza del motore e alla sua potenza ci sono 3 sistemi diversi, ognuno con le sue peculiarità; per quanto riguarda la parte termica del propulsore, esso può essere sia a benzina che a gasolio (sistema molto sfruttato da Mercedes).

Il primo è il Mild Hybrid (MhEV) da 12 e 48V (Suzuki SHVS 12V, Audi A8, Kia Sportage 48V), economico, leggero e compatto: dotati di uno starter e un convertitore DC/DC, solitamente si appoggiano ad una batteria agli ioni di litio da circa mezzo kWh, ma garantiscono pochi kW di potenza (5/20) e riducono i consumi e le emissioni di CO2 del 5% circa.

Il secondo (salendo di prezzo e pesi) è il sistema hEV (quello della vendutissima Toyota Prius) che sfrutta batterie potenziate capaci di garantire anche qualche km in marcia totalmente elettrica.

Il terzo è il sistema plug-in (PhEV), il più costoso (come per Bmw 530e, Mini Countryman S E, Volvo Twin Engine): esso però si appoggia a batterie potenti e le auto dotate di questa tecnologia permettono di percorrere almeno 30 km in modalità 100% elettrica.

Auto ibrida o 100% elettrica?

Ora che conoscete meglio le auto ibride vi sorgerà spontaneo un confronto con le loro dirette “concorrenti” green, cioè le vetture 100% elettriche.

Una prima fondamentale differenza tra queste due categorie di auto riguarda la motorizzazione: le ibride sono infatti dotate di due motori, e per questo offrono una spinta maggiore in fase di accelerazione.

Le vetture elettriche sono totalmente silenziose (per questo per legge da poco le Case vi aggiungono dei sintetizzatori di suono per avvisare i pedoni) e meno potenti, soprattutto in virtù del fatto che più le sfruttate e prima si scaricano, diminuendo così drasticamente la propria autonomia.

Per quanto riguarda il costo da affrontare per l’acquisto, le auto ibride consentono un buon risparmio se messe a confronto con le auto 100% elettriche, anche se grazie agli incentivi governativi degli ultimi (e dei prossimi) mesi e i vari bonus, si risparmia un bel po’.

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