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Classi ambientali: quali sono le differenze

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Classi ambientali quali sono le differenze

La situazione relativa alle classi ambientali delle auto è senz’altro in continua evoluzione. Oggi si parla di normativa Euro 6, ma quest’ultima è stata preceduta da altri standard che hanno coinvolto tutte le vetture disponibili in commercio. Nei paragrafi seguenti, vi illustriamo tutto ciò che riguarda le classi ambientali e le differenze che intercorrono tra l’una e l’altra, con l’inserimento in commercio di vetture dal tasso di inquinamento in notevole e progressiva diminuzione.

Le prime storiche classi ambientali: fino all’Euro 3

Da dove è partito il discorso relativo alle classi ambientali? Per analizzare al meglio una simile situazione, dovete partire da molto lontano. La sequenza dipende da una serie di misure adottate dall’Unione Europea ed introdotte col passare degli anni. Ecco le prime storiche normative sotto questo aspetto.

  • Iniziamo dalla classe Pre-Euro, che prevede la presenza di vetture che sono state immatricolate fino al 1992. Queste auto non possiedono alcuna marmitta catalitica o alimentatore a iniezione.
  • La classe Euro 1 ha coinvolto i veicoli a partire dal 1993, che montano a bordo in maniera obbligatoria i catalizzatori e gli iniettori che non erano presenti in precedenza. Ad ogni modo, non mancano le vetture antecedenti a questo termine temporale che disponessero di entrambe le componenti.
  • Il 1996 è stato invece l’anno dell’introduzione dello standard Euro 2, riservato soprattutto ai modelli con motore ad alimentazione diesel. L’obiettivo era quello di ridurre al minimo le emissioni di sostanze inquinanti.
  • Nel 2001, le nuove vetture hanno avuto l’obbligo di installare a bordo un sistema Eobd, capace di far diminuire ulteriormente l’inquinamento atmosferico.

Ovviamente, le date di inizio sono orientative ed esistevano vetture già conformi a simili regolamentazioni prima che entrassero in vigore.

Le grandi evoluzioni con i modelli Euro 4 ed Euro 5

Per le strade italiane, la maggior parte dei modelli che si vedono sono dotati di un sistema Euro 4 o Euro 5. Tutto ciò perché, in media, un’automobile ha una durata complessiva pari a circa dieci anni e le due normative corrispondono a tale arco temporale. Vi mostriamo quali sono i termini di simili evoluzioni.

  • La normativa Euro 4 è stata introdotta in maniera definitiva a partire dall’inizio del 2006 e ha imposto alle case automobilistiche di ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti rispetto agli standard precedenti. L’obiettivo principale è quello di eliminare quasi del tutto la diffusione dell’ossido di azoto e di quello di carbonio, due sostanze che possono provocare danni ingenti nell’atmosfera circostante. Tuttavia, il livello medio di particolato nei motori diesel è ancora piuttosto elevato.
  • La normativa Euro 5 si è concentrata proprio sul particolato nei propulsori funzionanti a gasolio. A partire dal 2009, tutte le vetture appena uscite di fabbrica devono possedere una tecnologia di fabbricazione dei filtri più avanzata rispetto al passato.

La modernità tecnologica con la classe Euro 6

Ovviamente, la vera e propria rivoluzione si è verificata quando l’Unione Europea ha scelto di aggiornate tutte le normative precedenti alla classe Euro 6. Dal mese di settembre 2014, sono stati introdotti nuovi impianti meccanici per le emissioni dei gas di scarico, specialmente per quanto riguarda i motori diesel ormai oggetto principale di ciascuna regola di settore. Grazie alla valvola EGR, alla tecnologia SCR e all’additivo AdBlue, i gas di scarico subiscono una progressiva trasformazione in ammoniaca, vapore acqueo e azoto. Nella misura sono comprese anche le vetture dotate di motore ibrido o elettrico. Di seguito, vi illustriamo le ulteriori evoluzioni della normativa Euro 6.

  • La normativa Euro 6C riguarda tutte le vetture immatricolate a partire dal settembre del 2018 e punta a una cospicua riduzione del particolato per ciò che riguarda le vetture motorizzate a benzina.
  • La normativa Euro 6D sarà in vigore dal settembre 2019 e rende le emissioni inquinanti dipendenti dal test RDE (Real Driving Emission) e a un nuovo ciclo di omologazione ben preciso.
  • Infine, la normativa Euro 6D-Temp, in vigore dal settembre 2019 per le vetture di nuova fabbricazione e dal settembre 2018 per le nuove omologazioni, prevede l’installazione di un moderno filtro antiparticolato per i propulsori a benzina e di un sistema di riduzione catalitica su base selettiva per i diesel.

Come si può ben notare, l’obiettivo principale è quello di diffondere per le strade vetture sempre più dalla connotazione Green, in grado di provocare un impatto ambientale davvero minimo. Con tali prerogative, veicoli di qualsiasi genere saranno pronti a circolare in massima sicurezza senza che provochino alcuna alterazione particolare all’ecosistema nel quale si muoveranno.

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