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Caro bollette: ipotesi distributori di carburante chiusi di notte

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Stazione di benzina

Il rincaro delle materie prime, dell’energia, ha portato a scenario impensabili fino a poco tempo e ha messo in crisi famiglie e attività. Il caro-energia riguarda tutti quanti e se non viene trovato un freno al più presto, la situazione potrebbe addirittura precipitare. Anche gli automobilisti andranno incontro a disagi di notevole entità, come afferma anche Paolo Castellana, vicepresidente della Figisc (federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio), il quale dice che le stazioni di servizio saranno infatti obbligate a chiudere durante il turno notturno, per far fronte all’innalzamento smodato dei costi dell’illuminazione e alle vendite quasi nulle nelle fasce serali.

Gravi difficoltà del  settore

Le difficoltà degli addetti del settore sono piuttosto evidenti, infatti è stato sottolineato come a parità di consumo di kW, ci sia stato un aumento della bolletta pari a una volta e mezzo, se confrontata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ad esempio: se a dicembre 2020 per 1.000 kW si spendevano 1.000 euro, oggi per lo stesso quantitativo di energia si sborsano 2.500 euro. Una notevole differenza, che ha un impatto determinante sulle vite di ognuno.

A rendere la situazione ancora più complessa e gravosa sui gestori degli impianti, c’è l’impossibilità di scaricare sugli acquirenti il caro energia. Differentemente da altre categorie, chi gestisce una stazione di rifornimento non ha infatti autonomia sul prezzo finale del carburante, perché questo viene indicato dalle società petrolifere. In più, chi svolge questa professione si trova a operare in un mercato altamente concorrenziale, in cui il margine di manovra è ridotto al minimo.

Unica strada

A fronte di questo tremendo scenario, resta una sola soluzione per porre fine a questo momento particolarmente difficoltoso dal punto di vista economico per i gestori, che è solamente quella di ridurre i costi, iniziando dalla chiusura notturna degli impianti. Considerando anche la contrazione dei ricavi, con introiti sempre più risicati, legata ai consumi più limitati delle famiglie e a spostamenti più sporadici, dovuti al caro energia appunto. Vedremo se le cose cambieranno, ma attualmente questo sembra in assoluto l’unico scenario plausibile.

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