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Piattaforme auto: differenze tra presente e passato

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Piattaforme auto

Le piattaforme per auto, chiamate anche pianali o architetture sono le basi su cui poggiano le auto. Un elemento imprescindibile e assolutamente fondamentale, oggetto di continue evoluzioni, di studi e di ricerche per renderle sempre più fruibili, pratiche ma soprattutto funzionali. Gli investimenti, da parte delle case auto, nel progresso delle piattaforme sono molto più elevati rispetto al passato, infatti un progetto per una nuova piattaforma può anche costare alcuni miliardi di euro. Una spesa molto più elevata paragonata a quanto accadeva alcuni anni fa, tuttavia la differenza sta nella possibilità di declinare questo telaio a più modelli all’interno di una gamma auto.

Presente e futuro dei telai

Fintanto che le automobili hanno avuto soltanto architetture destinate ai motori a scoppio, queste costavano fra progettazione e industrializzazione, qualche miliardo di euro. Il difetto è che potevano dare supporto a veicoli di segmenti limitrofi, senza contribuire in modo dinamico a quella che può considerarsi un’economia di scala. Oggi le cose stanno cambiando o sono in gran parte cambiate, perché l’industria dell’auto ha introdotto le motorizzazioni elettrificate. Questa rivoluzione scatenata dalla transizione ecologica, ha come obiettivo una mobilità completamente diversa anche per quanto riguarda i vecchi limiti dei pianali e apre a orizzonti infiniti e innovativi per la mobilità. Le parole d’ordine, riferibili ai pianali, sono flessibilità e modularità. Questa è totalmente una nuova frontiera, perché se da una parte i costi per i nuovi pianali sono molto più elevati di prima, questi a loro volta possono portare a maggiori profitti in quanto la loro disponibilità e adattamento è per più modelli.

Come funzionava fino a ieri

Fino a ieri, quando veniva progettata una nuova base, bisognava rispettare dei vincoli ai quali i tecnici non potevano in nessun modo evadere. Nel tempo la piattaforma cambiava, ma c’erano dei punti fermi da seguire, corrispondenti ai propulsori o alle trasmissioni che non andavano stravolti. Se un pianale poteva essere valido per due o, anche, tre generazioni di auto, l’architettura di una famiglia di propulsori poteva anche durare due o più generazioni di piattaforme. Lo schema base dei più famosi motori a scoppio è stato salvaguardato per più di trent’anni, ma adesso le cose vanno in modo totalmente diverso.

I punti di forza del domani

Ingegneri e sviluppatori oggi non devono tenere di conto di trasmissioni, propulsori pesanti e ciò fornisce la possibilità di cambiare anche il disegno più intimo dell’auto. Possono essere ponderate nuove forme, un’aerodinamica più estrema e un abitacolo differente. Una piattaforma elettrica non ha nessun un punto in comune con il passato e i costruttori stanno investendo, non 3 o 4 miliardi per architettura, ma alcune decine di miliardi di euro. A fronte di spese maggiori, tuttavia gli alti piani sono sicuri di incrementare anche i ritorni e ridisegnare l’automotive come un settore all’avanguardia sul quale investire perché uno dei migliori per recuperare il capitale.

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