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Crisi dei microchip: per Stellantis una situazione grave e senza soluzioni nel breve periodo

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La crisi dei microchip è una dura realtà. Le case automobilistiche in generale sono preoccupate e il dover riprogrammare la produzione negli stabilimenti costringe le aziende a fare ricorso alla cassa integrazione. A lamentare la gravità della situazione è in primis Stellantis.

I microchip, è ormai noto, sono fondamentali nella produzione dei veicoli e l’assenza di una fornitura adeguata porta le case automobilistiche ad imporre sempre più spesso fermi delle linee produttive di auto e veicoli commerciali.

Crisi dei microchip, nessuna soluzione a breve termine

Stellantis in particolare alza la mano affermando che al momento non si prevede “nessuna soluzione immediata per la crisi dei microchip”.

Inoltre, i microchip, per scelte aziendali piuttosto discutibili, da anni sono importati dall’Asia sia in Europa che in America. Paesi come Taiwan, Cina e Corea sono quelli da cui le industrie automobilistiche occidentali si approvvigionano ormai da anni ed è da lì che parte la crisi che il Covid, tra focolai e contagi nelle fabbriche, ha accentuato in maniera esponenziale.

Stellantis sta provando a fare qualcosa ma non è per nulla semplice. L’impegno negli investimenti è concreto e reale ma non si trova una soluzione da un giorno all’altro. Con il risultato finale di dover adattare la competitività di produzione della multinazionale allo stato attuale della fornitura dei chip.

E ampliando la situazione complessiva si sottolinea come il mercato stia facendo fatica a ripartire. Il trend è negativo e Stellantis di suo è ancora sotto del 25% rispetto a una condizione naturale del mercato.

In ogni caso il piano da 5 miliardi sull’Italia, lanciato nel 2019, è in fase di implementazione. Stellantis continua a investire sul futuro e anche sul tema della transizione energetica, confermando gli impegni annunciati di recente.

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