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Cosa fare se l’auto nuova non arriva

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cosa fare se l'auto nuova non arriva

L’elettronica di consumo sta vivendo uno dei momenti più drammatici degli ultimi anni a causa di quella che comunemente viene chiamata: crisi dei semiconduttori. Questi ultimi sono dei materiali speciali che vengono utilizzati per dare forma alle componenti di base dei chip, che sono a loro volta degli elementi imprescindibili per il settore dell’automobile, che è uno dei maggiormente colpiti da questo scenario. Proprio la produzione delle quattro ruote, infatti, ha subito dei grossi rallentamenti, bloccando di fatto la crescita di tutto il mercato del nuovo.

Motivi della crisi

I motivi scatenanti della crisi dei semiconduttori vanno ritrovati nella crescita esponenziale della domanda di prodotti elettronici causata dalla pandemia da Covid-19, oltre all’aumentare delle tensioni tra Usa e Cina, che ha colto impreparate le aziende produttrici, innescando una falla nella catena di approvvigionamento senza precedenti. Le aziende a inizio pandemia hanno tagliato le previsioni di vendita, dando vita a un effetto boomerang amplificato dalla durata della pandemia stessa e dal ricorso globale allo smartworking.

Gli scenari del mondo dell’auto

Per le case automobilistiche la crisi dei semiconduttori ha lasciato soltanto le briciole perché i componenti principali per la produzione se li sono accaparrati le aziende che hanno catene di approvvigionamento flessibili e snelle e che hanno avuto il materiale dai produttori asiatici. Il tutto si è tradotto in gravi ripercussioni sul comparto automobilistico, che necessita sempre più di componenti provenienti da diverse parti del mondo e che soltanto in Europa copre più del 40% della domanda di chip. In poche parole, i tempi di consegna di un veicolo sono in molti casi raddoppiati, con attese che possono tranquillamente superare i 6 mesi.

Soluzioni proposte dai produttori

I colossi dell’auto sono alla ricerca di una soluzione a ogni costo, in primis ridimensionando la produzione, quindi cercando di togliere qualche optional dai listini per razionalizzare l’uso di processori, oppure valutando il modo di produrre i chip in casa, senza affidarsi a terzi. Il problema non riguarda soltanto le aziende automobilistiche, perché i risvolti si hanno anche sull’economia generale che tramite le istituzioni stanno cercando di risolvere la questione il prima possibile. L’Unione Europea, ad esempio, sta portando la propria attenzione verso la creazione di un’alleanza dei chip che consenta di raddoppiare la produzione interna all’UE entro il 2030. Negli USA, invece, a disposizione ci dovrebbe essere un finanziamento governativo di circa 50 miliardi per la costruzione di nuovi stabilimenti di semiconduttori e processori.

Soluzioni alternative all’attesa del nuovo: l’usato

Come abbiamo spiegato, la crisi dei semiconduttori sta incidendo drammaticamente sul mercato del nuovo, costringendo le case produttrici a ritardi di molti mesi nella produzione. Per ovviare a questa situazione, un utente potrebbe virare sul mercato dell’usato, che propone alcuni determinati vantaggi. Il primo riguarda quelle che sono le tempistiche, infatti una vettura usata viene consegnata in un tempo assai minore, soltanto in rari casi l’attesa può raggiungere i trenta giorni.

Un altro punto a favore è il risparmio, infatti se si è attenti, con l’usato si può portare a casa una vettura di segmento superiore con un esborso pari a quello di un’auto nuova, ma di segmento inferiore.

L’usato garantito con la possibilità di restituzione del veicolo, qualora non si fosse convinti del proprio acquisto, è un altro elemento che fa pendere la bilancia a favore dell’usato. Gli incentivi e i piani di finanziamento sono previsti anche nel mondo delle vetture usate, non solo in quello delle auto di nuova immatricolazione. Non è un aspetto secondario nemmeno il fatto che le auto usate subiscano una svalutazione minore rispetto a quanto non avvenga per quanto riguarda, invece, le quattro ruote di nuova produzione.

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