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Etichette carburanti: la guida

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Etichette carburanti

Benzina, diesel, gas, tutte parole che un benzinaio sente decine di volte al giorno. Da circa un anno sono cambiate le etichette che indicano i carburanti e a volte possono confondere, qui invece sono ben spiegate.

Le nuove etichette

A partire dal 12 ottobre 2018 è entrata in vigore la nuova norma legislativa in Italia che prevede il cambiamento definitivo delle sigle predisposte a indicare i diversi tipi di carburante. Insieme alle sigle sono inoltre cambiati anche i colori del tipo di carburante.

Molti autisti, di fronte al cambiamento epocale della loro pompa di rifornimento preferito, potrebbero essersi sentiti smarriti. Prima di questi cambiamenti infatti il gesto di fare benzina era quasi automatico. Fateci caso che vi bastava fermarvi alla pompa, parcheggiare l’auto e non dovevate neanche più leggere che carburante steste andando a prendere,vi bastava il colore. Ad oggi invece sono stati introdotte nuove sigle corredate di numeri e in certi casi anche dei colori nuovi, senza contare la nascita capillare di molte nuove colonnine predisposte al rifornimento dei veicoli elettrici.

Vi siete mai chiesti il perché di questo cambiamento improvviso? Nel 2014 l’Unione Europea, con la normativa n°94, ha introdotto un Codice identificativo per ciascun tipo di carburante. L’Italia nel 2018, cambiando le pompe, non ha fato altro che adeguarsi alla norma entrata in vigore qualche anno prima.

Il motivo del cambiamento è presto detto. Tutto è nato dall’esigenza dell’Unione Europea di creare una uniformazione dei prodotti e dei servizi in cui i viaggiatori per i diversi paesi si imbattono. La rete di utenti della strada che ogni anno si muovono attraverso i Paesi europei è molto fitta e la confusione legata ai diversi tipi di carburante non è poca, tant’è vero che in molti inserendo il carburante sbagliato nel proprio veicolo hanno riportato dei danni seri. L’idea alla base di questa nuova esigenza tecnica è quella di creare una rete uniformata e molto più razionale, anche per avere ben chiara la distribuzione di prodotto dei carburanti. Dal punto di vista dei viaggiatori di tutto il mondo che entrano in Europa questa è indubbiamente una buona notizia. Infatti, ovunque andrete, potete tranquillamente fare rifornimento senza avere più il minimo dubbio su cosa state immettendo nella vostra auto. una notizia particolarmente buona anche per chi va in vacanza fuori Italia e non sa come regolarsi con i rifornimenti locali.

Come si leggono le etichette

Le nuove etichette introducono una forma geometrica che indica in ami nera univoca il tipo di carburante a cui fanno riferimento e sono accompagnate da lettere dell’alfabeto e numeri che portano altre informazioni importanti. Nello specifico abbiamo:

  • il cerchio che indica la benzina;
  • il quadrato che indica tutti i tipi di carburante diesel;
  • il rombo che indica i carburanti gassosi.

Inoltre al momento si è al lavoro per una nuova norma legislativa che introduca in Europa e in Italia una dicitura unica per i motori a energia elettrica. Per fortuna in questi casi è abbastanza facile distinguere una colonnina elettrica rispetto a una pompa di benzina.

Tutti i segni geometrici sono inoltre accompagnati da una lettera dell’alfabeto e un numero. La lettera dell’alfabeto indica in modo specifico di che carburante si tratta, mentre il numero indica la percentuale di componenti bio che sono presenti nel carburante. Negli ultimi anni infatti l’attenzione all’ambiente diventa sempre maggiore, quindi sono presenti in vario modo carburanti che hanno una maggior quantità di elementi meno inquinanti. Nello specifico:

  • la E indica la benzina ed è accompagnata in genere da 5, 10 o 80-85. Questo significa che la benzina ha 5, 10, 80% di combustibile green;
  • la B invece indica il gasolio e il numero a fianco indica la percentuale di biodiesel, che in genere è contenuta tra 6 e 10. Potreste pertanto trovare sulle pompe B6, B10 e così via;
  • Vi sarà forse capitato di trovare la dicitura XTL all’interno del quadrato. Anche in questo caso, nonostante la mancanza della ‘B’, si indica il diesel, con la differenza che la composizione del carburante è completamente sintetica. Il diesel sintetico differisce dagli altri perché non viene prodotto a partire dalla lavorazione del petrolio.

Per i carburanti gassosi, racchiusi cioè nel rombo, le diciture sono diverse. Abbiamo H2 che indica l’idrogeno, un’etichetta rara da trovare in Italia. CNGinvece indica il gas naturale compresso, mentre LNG è il gas naturale liquefatto. Infine abbiamo LPG che indica i motori a GPL.

Cambiano le etichette, cambia anche il prodotto?

Come avrete intuito è importante saper leggere le nuove etichette. Soprattutto per la salute della vostra auto. Negli ultimi anni infatti la tecnologia si è decisamente evoluta dando vita a motori molto più efficienti rispetto a quelli prodotti fino a dieci anni fa. Però c’è il rovescio della medaglia: se i vecchi otri continuavano imperterriti a funzionare dopo tanto tempo, su qualsiasi territorio e all’estremo stato di usura, i nuovi a volte sono più delicati e quindi un rifornimento errato potrebbe comportare dei danni estremamente gravi. Attenzione però: se usate una qualità di benzina con una quantità diversa di carburante green rispetto al solito non significa che il vostro motore morirà, significa solo che c’è un tipo di carburante con certe percentuali più adatta a quel motore.
Detto ciò anche se sono cambiate le etichette non significa che è cambiato anche il prodotto. Il vostro benzinaio di fiducia continuerà a fare rifornimento dallo stesso produttore e il carburante introdotto sarà sempre il medesimo. Per conoscere quale tipo di carburante meglio si adatta alla vostra auto potete chiedere la benzinaio oppure in concessionario. Invece per tutte le auto immatricolate dopo il 12 ottobre 2018 sul libretto di istruzioni e a volte alla bocchetta del carburante viene indicata la sigla del carburante che serve.

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