Curiosità

La storia di Flaminio Bertoni: lo stilista delle auto

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Tra i maggiori esponenti del design nazionale in ambito automobilistico (e non solo), Flaminio Bertoni ha certamente lasciato il segno, portando alta la bandiera italiana soprattutto in Francia, dove Citroën lo ha scelto per cooperare al proprio fianco per moltissimi anni. La 2CV e la Citroen DS sono senza dubbio i pezzi pregiati della matita del designer varesino.

Da Varese in Francia alla Citroën

Nato a Varese nel 1903, Flaminio Bertoni consegue prima della maggiore età un diploma tecnico, eludendo così la chiamata alle armi della Prima Guerra Mondiale. L’inizio della carriera lavorativa del giovane avviene presso la Carrozzeria Macchi, luogo in cui Bertoni trova impiego come fabbro e apprendista falegname. Il suo talento e la sua inventiva sono subito notati dai titolari, che lo assegnano al reparto design facendolo, nel giro di poco tempo, responsabile di settore. Il suo progredire creativo e professionale pare quasi inarrestabile e nel 1931 decide di lasciare l’Italia per tentare la fortuna al di là delle Alpi, in Francia. In qualche modo Bertoni riesce a presentare un suo brevetto direttamente ad Andrè Citroen, il quale rimane folgorato dall’idea di Flaminio relativa all’innalzamento pnaumatico dei finestrini dell’auto. Qui inizia una nuova vita e una nuova pagina professionale che lo legherà al marchio francese per l’intera vita, fino al momento del suo decesso nel 1964.

Anche presso l’azienda d’Oltralpe, Bertoni viene inserito nell’ufficio design e come primo progetto elabora la Citroën Traction Avant. Non solo auto però, poiché a distanza di qualche tempo dalla sua matita scaturisce pure un furgone. Il bello però deve ancora arrivare. Nel 1948 il Salone dell’auto di Parigi diventa la vetrina per la Citroën 2CV, una vera icona della storia, così come sette anni dopo sarà per la Citroen DS.

Gli anni difficili e il lancio della Citroën DS

Bertoni vive anni difficili in concomitanza della Seconda Guerra Mondiale: continui arresti e rilasci non gli consentono di proseguire con linearità il suo lavoro. Nel contempo elabora, proprio in questi anni, un pensiero che troverà spazio su una rivista del settore relativamente alle sue previsioni sull’auto del futuro: carrozzeria aerodinamica e linee sportive, cambio automatico, sedili confortevoli, ampi e avvolgenti (simili ad una amaca), colorazioni brillanti, aria condizionata, sistema automatizzato di parcheggio e tergicristalli aerodinamici. Alla luce delle vetture odierne, non aveva poi sbagliato di molto.

La DS intanto stava prendendo vita anche se il suo sviluppo non è stato certo semplice. L’opera di convincimento verso i vertici aziendali per la messa in produzione e la susseguente commercializzazione è opera ostica, ma Bertoni e il suo team conservano la fiducia perché credono fermamente nel progetto. Già i prototipi e i test avevano dato risultati positivi, ma manca ancora il via libera della massima dirigenza. Intanto Bertoni non tralascia nulla, dedito all’azienda e immerso nel lavoro nella sua totalità. Il trasporto leggero e pesante, gli interni delle vetture e i furgonati vengono curati con particolare attenzione. Probabilmente questo modo di operare ha conferito ulteriore fiducia all’azienda nei confronti di Flaminio e la DS viene approvata.

La Citroën DS

Viene battezzata la macchina di rottura poiché è capace di infrangere le regole più classiche del design. I giornali hanno fatto un mini scoop anticipando foto e disegni, ma agli occhi del lettore apparivano come fantasie. L’impatto visivo è realmente differente. La vettura è vista come un affronto al panorama automobilistico per quanto è capace di fuoriuscire dagli schemi. Muso fortemente aerodinamico che termina con un labbro molto sottile, come una lama a fendere l’aria, sospensioni morbidissime che abbassano moltissimo il veicolo nella parte posteriore, al punto di farlo apparire con le ruote semi coperte, al contrario di quelle anteriori che sono invece totalmente in vista.

La presentazione suscita stupore e scatena risentimenti anche in azienda. Lo stesso Bertoni riceve qualche diffida da parte del management di Citroën per apparizioni e interviste rilasciate, ma la sua creazione continua a far parlare molto. La Citroën DS e la 2CV hanno contribuito fortemente allo sviluppo del marchio, alla sua diffusione e alla conquista di nuovi mercati. Le vetture griffate Bertoni sono senza alcun dubbio dotate di coraggio e forte personalità, in grado di uscire dagli schemi ma al tempo stesso di premiare le scelte audaci e coraggiose di chi, fin da giovanissimo, ha fatto del design una vera e propria passione, cimentandosi con autovetture, veicoli in generale, sculture e soluzioni derivanti dall’uso dell’ingegno.

Un ictus ha posto fine alla vita del designer che tutti, ancora oggi, ricordano come uno dei massimi esponenti del settore. Un museo a lui dedicato è presente nei pressi di Malpensa in Provincia di Varese.

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