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La storia del logo BMW

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La storia del logo BMW

Scopriamo la storia del marchio BMW (Bayerische Motoren Werke) e del suo il famosissimo logo, casa automobilistica nata nel 1917 presso Monaco di Baviera, il cui nominativo tradotto in italiano significa appunto: fabbrica Bavarese di motori.

Storia della BMW: gli albori

Nata come azienda produttrice di motori per aerei, l’industria ampliò progressivamente il proprio raggio d’azione arrivando a diventare una delle più prestigiose e importanti aziende automobilistiche del mondo.

Durante il primo conflitto mondiale BMW fu impegnata nella produzione di motori per aerei da caccia con finalità belliche che, grazie all’impiego di propulsori tecnologicamente molto evoluti, divennero in breve tempo il prodotto di punta dell’azienda.

La produzione di motori aeronautici continuò per tutto l’ultimo periodo della prima guerra mondiale, estendendosi successivamente anche a motori anfibi e terrestri e ad accessori per autoveicoli.

In questo periodo nacque anche il logo della ditta, consistente in un cerchio nero contenente la rappresentazione dei colori bianco, azzurro e oro, tradizionalmente considerati il simbolo nazionale Bavarese.

Nel 1922 l’Italiano Camillo Castiglioni rilevò la BMW che stava attraversando un periodo particolarmente difficile, iniziando la produzione di motori del settore nautico e motociclistico, per cercare nuovi sbocchi sul mercato.

La prima motocicletta BMW, risalente al 1923, fu l’iconico modello BMW R32, considerata il capostipite di una produzione variegata che riscosse un sempre maggiore successo.

Intorno al 1930 ebbe inizio lo sviluppo del settore automobilistico, allo scopo di espandere la produzione della casa tedesca anche verso un interessante e sempre più promettente mercato.

Con il primo stabilimento di Turingia, BMW si affacciò sul settore automobilistico dapprima senza troppe pretese, con la produzione di una vettura commercializzata con il marchio Elica, per poi aumentare sempre più il proprio giro di affari.

Anche se la realizzazione dei motori per aerei continuava a costituire un punto di forza della sua produzione, BMW diede inizio allo studio e alla progettazione di un sempre maggiore numero di autovetture dapprima economiche e senza troppe pretese.

Periodo bellico e post-bellico

Gli anni trenta furono comunque caratterizzati da continue crisi alternate a fasi di ripresa economica, con una progressiva espansione dell’azienda che, dagli stretti confini tedeschi, incominciò ad affacciarsi a livello internazionale.

Risale al 1933 la produzione della famosa BMW 328, un’auto dotata di eccellenti prestazioni che contribuì a potenziare la fama della casa automobilistica anche come marchio sportivo, dato che la vettura ottenne numerose vittorie agonistiche, tra cui anche quella delle Mille Miglia del 1940.

Durante il secondo conflitto mondiale, come la maggior parte delle aziende tedesche, anche la BMW partecipò alle azioni belliche della Germania Nazista, producendo le famose motocarrozzelle R75.
Nel settore aeronautico essa proseguì la produzione di numerosi prototipi di motori, che vennero montati su caccia da guerra, tra cui il famoso BMW 810 a quattordici cilindri.

Nel secondo dopoguerra si verificò forse la più grave crisi economica e produttiva della casa tedesca, che forzatamente fu costretta a rivolgersi al settore automobilistico abbandonando quello aeronautico nel quale era considerata tra le migliori del mondo.

Rinascita della BMW

In occasione del Salone di Ginevra del 1954, BMW presentò il prototipo Isetta, una microvettura il cui aspetto ricordava la sagoma di un uovo. Fu il primo passo verso una inaspettata rinascita che, nonostante la situazione finanziaria rimanesse particolarmente critica, contribuì a potenziare la produttività dell’azienda.

Dopo la vendita della casa automobilistica alla società Daimler-Benz, BMW fu in grado di conquistarsi una certa tranquillità economica, anche grazie alla collaborazione con il designer Italiano Giovanni Michelotti, autore della BMW 700.

Nel 1966 l’azienda fu rilevata dalla Glas che collaborò a una ripresa sempre più importante.
Gli anni settanta e ottanta furono un periodo di grande importanza per la ditta tedesca che, in seguito a notevoli progressi tecnologici, riuscì a ottenere una sempre maggiore attenzione e interesse da parte dei consumatori, attratti dai modelli eleganti e dalle ottime prestazioni funzionali.

Con una produzione di mezzo milione di vetture all’anno, BMW alla fine degli anni novanta raggiunse notevoli traguardi sia di vendite che di fama.
Risanata sotto il punto di vista finanziario, l’azienda diede inizio alla sua espansione oltre i confini europei, lanciando, al Salone di Francoforte, la E1, una vettura elettrica con motore di 44 CV.

In questo periodo ebbe inizio anche la produzione dei primi SUV che, insieme alle Mini, segnarono un’importantissima svolta commerciale.

Nuovo millennio

Il nuovo secolo ha sottolineato due fondamentali punti a favore della BMW: la sempre più articolata diversificazione produttiva e la razionalizzazione delle sinergie multidisciplinari.

Servendosi dell’opera di team di ingegneri e progettisti all’avanguardia e utilizzando materie prime corrispondenti a ottimi standard qualitativi, la BMW è diventata un colosso che attualmente detiene una delle posizioni più preminenti dell’intero panorama automobilistico.

La progressiva elettrificazione della gamma BMW costituisce uno dei principali settori attualmente in via di sviluppo, che si affianca alla sempre più perfezionata produzione di vetture di lusso, sportive e SUV.

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