Dice la legge

Chi può non utilizzare la cintura di sicurezza e perché

0
Chi può non usare la cintura di sicurezza

Le cinture di sicurezza sono senza dubbio lo strumento più importante nel novero dei sistemi di sicurezza passiva delle automobili.

Le prime “bretelle di sicurezza”

La loro origine risale al 1903, quando il canadese Gustave Desirè Lebeau le concepì per la prima volta con il nome di “bretelle di sicurezza”.
Le velocità non così alte delle autovetture dell’epoca ed il disagio dovuto alla sensazione di soffocamento che davano poiché realizzate in cuoio, né ostacolano la loro diffusione.

Bisognerà attendere il secondo dopoguerra, per vedere la prima auto ad esserne dotata di serie, la Tucker Torpedo.
Giudicata fin troppo innovativa e rivoluzionaria per quegli anni, quest’auto non vide mai la luce poiché avrebbe portato grande concorrenza alle case automobilistiche dell’epoca.
Nel 1957 vennero utilizzate durante alcuni test di autovetture da corsa, per poi essere utilizzate con maggiore convinzione nel 1960.
Si era capito infatti che oltre a facilitare la guida in curva in caso di forti accelerazioni laterali, riducevano notevolmente i rischi di lesioni al torace dovuti ad impatti frontali con volante e cruscotto.

La legislazione: cinture obbligatorie

La prima nazione a renderle obbligatorie fu la Cecoslovacchia nel 1969, seguita dalla Francia nel 1973; oggi, nonostante siano passati 50 anni e la loro utilità sia ormai assodata, ci sono ancora paesi dove esse non sono obbligatorie.

In Italia vennero resa obbligatoria prima la presenza degli attacchi per le cinture nel 1976; solo nel 1988 i veicoli dovevano invece presentare obbligatoriamente ai posti anteriori l’intero sistema di ritenuta.

Nel 2006, venne assoggettato a questo obbligo anche chi viaggia sui sedili posteriori e nel 2010 anche chi conduce quadricicli leggeri, autobus (non urbani), camion ed ogni altro veicolo dotato di cinture di sicurezza.

La presenza e anche l’efficienza di questo dispositivo, è divenuta ancor più importante con la sempre maggiore diffusione degli airbag sui veicoli: l’esplosione di questo infatti, senza che si sia indossata la cintura, causerebbe lesioni ancora maggiori rispetto a quelle dell’impatto stesso.
Utilizzandole a seguito di incidente, viene inoltre scongiurato il rischio di impatto con i passeggeri seduti negli altri posti del veicolo o di essere sbalzati al di fuori dello stesso in caso di ribaltamento o impatto violento.

Le categorie esenti

Le cinture di sicurezza per i mezzi speciali

Il nostro Codice della strada, all’articolo 172, oltre a prevedere l’obbligatorietà di questo sistema di sicurezza pone anche dei limiti alla sua osservanza.

In particolare è previsto che gli appartenenti alle forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza ecc.), ai vigili del fuoco e al servizio sanitario (come le auto mediche o le autoambulanze) sono esentati dall’indossare le cinture nel caso in cui debbano affrontare un intervento di emergenza.

Stesso ragionamento viene applicato a chi svolge servizi pubblici, come gli autisti degli autobus.

La stessa esenzione spetta infine a tutti coloro che guidano mezzi per la raccolta dei rifiuti e per chi svolge attività di igiene ambientale: in tal caso l’eccezione ha lo scopo di facilitare il compito degli operatori, i quali si ritrovano molto frequentemente a scendere e risalire nel mezzo.

Le cinture di sicurezza per chi versa in condizioni fisiche speciali

Lo stesso Codice della strada ha anche previsto delle particolari casistiche secondo le quali non sussiste l’obbligo delle cinture di sicurezza per soggetti che versino in particolari condizioni fisiche.

Sono anzitutto esentati coloro che presentano patologie fisiche o che abbiano subito interventi di particolare entità (come operazioni al cuore, al torace ecc.); questa categoria necessiterà però di un idoneo certificato medico con una durata prestabilita (non esistono certificati di esenzione a tempo indeterminato) e su cui dovrà essere apposto un determinato simbolo, utile perché venga riconosciuto anche al di fuori dei confini italiani.

Una seconda categoria esente è rappresentata dalle donne in stato di gravidanza: anche in questo caso sarà però cura della donna incinta portare al seguito un certificato, redatto questa volta dalla sua ginecologa, dove si attesta che l’uso delle cinture di sicurezza potrebbe esporre a rischio il feto.

È utile precisare che ogni medico, nella redazione di un eventuale certificato di esenzione, dovrà tenere debitamente conto dei vantaggi e degli svantaggi inerenti il non utilizzo delle cinture di sicurezza su particolari soggetti.

La legge, da come si evince, ha affibbiato al non utilizzo di questi dispositivi di sicurezza un carattere di deroga e di generale rarità, prevedendo il più minuziosamente possibile quando un soggetto può essere autorizzato a non indossare le cinture.

Ciò ci suggerisce come la legislazione conosca bene il maggior grado di sicurezza garantito da questi dispositivi, cercando quindi di limitare il più possibile le casistiche di soggetti esposti ad un più alto rischio.

Riassumendo, chi ha l’esenzione dalla cintura di sicurezza?

  • forze dell’ordine, vigili del fuoco e operatori dei servizi sanitari in casi di emergenza
  • addetti ai servizi pubblici come autisti di autobus
  • addetti alla raccolta dei rifiuti
  • persone con patologie fisiche o che hanno subìto interventi (con certificato medico idoneo)
  • persone in stato di gravidanza

Comments

Comments are closed.

Altri articoli in Dice la legge