Dice la legge

Guidare un’auto intestata a terzi

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Guidare un'auto intestata a terzi

Un recente legge risalente all’anno 2014 impone agli automobilisti di non usare un veicolo altrui per più di 30 giorni, pena l’applicazione di una sanzione amministrativa e il ritiro della carta di circolazione: vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

La legge che obbliga a guidare una vettura di proprietà

Vi trovate di fronte a una legge davvero paradossale che può interessare moltissimi automobilisti; un decreto legislativo emesso il giorno 3 novembre 2014 dice chiaramente che ogni automobilista deve abitualmente guidare il veicolo di sua proprietà ed evitare di mettersi al volante di un’auto appartenente a un’altra persona. Colui che viene sorpreso a condurre una vettura appartenente a terzi per un periodo più lungo di 30 giorni rischia una sanzione che varia dai 516,46 euro ai 2 mila e 582,28 euro, più il ritiro della carta di circolazione.
Sicuramente in molti di voi rimarrete colpiti di fronte a questa notizia tanto strana da non sembrare neppure vera, eppure le cose stanno esattamente così.

A questo punto diventa lecita una lunga serie di domande: cerchiamo di dare a tutte una precisa risposta.

Perché una legge contro chi guida l’auto altrui

Parliamo di una legge che in maniera assolutamente arbitraria e più che mai generalizzata ha come obiettivo l’evitare che in caso d’incidente vi siano problemi nel definire le responsabilità del conducente e del proprietario. Infatti, per quel tanto che possa sembrare scontato, a livello legale non è sempre semplice stabilire chi è il responsabile di un sinistro, specie se quest’ultimo è particolarmente grave. Inoltre, la legge sembra voler colpire quelle persone che usano per scopi personali una vettura intestata all’azienda per cui lavorano beneficiando delle agevolazioni fiscali previste.

Possiamo dire che nel nobile intento di combattere le frodi, il legislatore abbia promulgato una legge che può mettere in difficoltà l’ignaro cittadino privato che usa l’auto intestata al padre per semplice comodità.

Cosa prevede la legge nel dettaglio

Studiando la legge in maniera più approfondita potrete notare che in realtà un grande numero di persone non rientra in quella che può essere considerata come un’inadempienza.

Similmente a quanto previsto dalle assicurazioni in merito all’ereditarietà della classe di merito bonus-malus, possibile solamente tra contraenti che sono residenti nella stessa abitazione, anche in questo caso vi viene imposto di non prestare l’auto a soggetti diversi da quelli che risiedono con voi nella stessa abitazione; nel qual caso questa condizione non possa sussistere è necessario che vi rivolgiate alla Motorizzazione Civile e facciate esplicita richiesta. A questo punto il veicolo risulterebbe cointestato e apparterrebbe di fatto a tutte le persone indicate all’atto della segnalazione, le quali potrebbero guidarlo senza limitazioni e senza violare la legge suddetta.

Cosa succede se venite sorpresi a guidare l’auto di un’altra persona

In base a quanto detto fino a ora, se un agente di Polizia vi ferma mentre guidate un’auto che non è vostra, egli potrebbe comminarvi la sanzione suddetta e ritirarvi la carta di circolazione; in realtà invece, la situazione è un poco diversa.
Come precisato, se siete alla guida di un’auto che appartiene a una persona che risiede insieme a voi, siete perfettamente in regola, anche se questo soggetto è un vostro amico o compagno di studi. Negli altri casi vi è concesso usare l’automobile non di vostra proprietà per un massimo di 30 giorni. Solo al trentunesimo giorno siete passibili di denuncia e rischiare la relativa contestazione; chiaramente, è necessario che l’infrazione venga accertata dalla Polizia, dai Carabinieri o altri enti che ne fanno le veci.

Una legge difficile da applicare

Se provate solo un attimo a pensare a tutte le volte che guidate o avete guidato un veicolo che non vi appartiene, la gran parte di voi si renderà immediatamente conto che è molto difficile che ciò accada; per questa ragione non dovreste porvi il problema più di tanto. Se invece siete soliti guidare l’auto di vostro padre e abitate con vostra moglie, siete perseguibili per legge; resta però da verificare in quale modo. La Polizia dovrebbe accertare la vostra infrazione per 30 giorni, oppure avere modo di contestarvi l’uso abituale del mezzo, operazione non proprio semplice da mettere in atto.

Diciamo che al pari di un agente di Polizia Municipale che vi ferma perché siete passati con il rosso, per cui vale la sua parola contro la vostra, anche in questo caso potreste incappare nella situazione analoga e avere a che fare con un poliziotto che ha deciso di farvi pagare il fatto che guidate l’auto altrui.

Non si può negare che si tratta di casi più unici che rari, talmente isolati che questa legge finisce per sfiorare l’inapplicabilità.

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