Dice la legge

Obbligo cinture di sicurezza posteriori: cosa dice la legge

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Non tutti sanno che usare correttamente le cinture di sicurezza posteriori sia un obbligo di legge: ecco tutto ciò che dovete sapere in merito e quali sono le sanzioni (e i rischi) previsti.

Cosa dice la legge sulle cinture di sicurezza posteriori

Buona parte della sicurezza in auto dipende dal corretto uso delle cinture, che contengono e proteggono attivamente tutti gli occupanti, ma solo se ben allacciate: per questo motivo le norme stradali impongono che questi dispositivi di protezione attiva debbano essere presenti sia sui sedili anteriori, per guidatore e passeggero, ma anche su quelli posteriori.

Tutti gli occupanti devono dunque necessariamente allacciare le cinture di sicurezza prima di partire, in modo da evitare conseguenze spiacevoli in caso di incidente, ma anche la possibilità di prendere multe salate e perdere punti dalla patente.

Sembra scontato, ma va detto che in realtà c’è sicuramente ancora tanta confusione sull’utilizzo delle cinture sui sedili posteriori, dunque facciamo chiarezza.

Regole ed eccezioni sull’uso delle cinture dietro

La normativa italiana prevede che le cinture posteriori siano obbligatorie e che si debbano allacciare correttamente, proprio come quelle anteriori: nello specifico è scritto chiaramente nell’articolo 172 del Codice della Strada che sia obbligatorio utilizzarle sempre, senza distinzioni tra conducente e passeggeri, nemmeno per quelli seduti dietro.

Vi ricordiamo infatti che in merito la legge è ferrea e non ammette alcuna eccezione, in nessuna situazione di marcia, infatti l’obbligo per ogni passeggero di indossare correttamente la cintura di sicurezza riguarda tutte le auto, compresi i mezzi destinati al trasporto merce e autobus scolastici di recente immatricolazione, ma anche i quadricicli leggeri dotati di carrozzeria chiusa (come le minicar), e i passeggeri in taxi e autoveicoli a noleggio con conducente.

Vi ricordiamo infatti che le uniche eccezioni riguardano gli istruttori di guida durante il lavoro, le forze armate e di Polizia (anche municipale), gli addetti ai servizi sanitari e di emergenza, quelli del trasporto e raccolta rifiuti e quelli dediti alla vigilanza privata o al servizio di scorta, e infine quelli a bordo di auto d’epoca immatricolate prima del 15 giugno 1976. Ci sono poi alcune particolari eccezioni riguardanti soggetti con patologie specifiche e le donne in gravidanza, ma solo se in possesso di certificato medico specifico.

Le multe (e i rischi) per chi non allaccia le cinture dietro

Come abbiamo detto, indossare le cinture di sicurezza anche nei sedili posteriori è obbligatorio: ciò che forse non tutti sanno è che tale regola è già attiva dal 2006, e nello specifico dall’emissione del decreto legislativo n.150, relativo ai sistemi di sicurezza stradale.

Come provato da specifici crash test, infatti, le conseguenze dei gravi incidenti sono più drammatiche se chi siede dietro non rispetta tale obbligo, dato il rischio concreto che il corpo di chi sta sui sedili posteriori venga sbalzato fuori con una pressione tale da causare danni anche a chi sta davanti.

Per questo motivo in tutti i Paesi UE la disposizione è unanime, e dunque il rischio per le tante persone che fingono ancora di non conoscere la disposizione è quello di prendere multe anche piuttosto severe: per chi viene trovato sprovvisto di cinture di sicurezza allacciate dietro, durante un qualsiasi tragitto, la multa parte da 80 euro e può arrivare a 323, con la decurtazione di 5 punti della patente. Attenzione, perché se ripetete la stessa infrazione nell’arco di due anni scatta anche la sanzione amministrativa accessoria di sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.

Un appunto: se chi viene trovato “slacciato” è un minore, oppure non ha la patente, a risponderne è il guidatore del mezzo o gli altri adulti che ne hanno la tutela, se si trovano nel veicolo in quel momento.

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